Siamo felici di informarvi della nascita del nuovo progetto AICPE Sa.fe (inteso come “sicuro/protezione” ma anche come acronimo di Salute al Femminile), che ha l’obiettivo principale di contribuire ad aumentare la consapevolezza delle donne e delle pazienti sui temi della prevenzione.
Aicpe Sa.fe inaugura così la partecipazione diretta dell’Associazione al mese di ottobre dedicato alla prevenzione del tumore al seno, sui temi correlati con la salute e la sicurezza su mastoplastica additiva e mastopessi.
Il progetto toccherà poi altri argomenti rilevanti per la sicurezza come complicanze da filler, il turismo sanitario, prevenzione dei tumori cutanei e molti altri.
1. Come si svolge lo ‘screening’ per la prevenzione del tumore della mammella?
La prevenzione è l’arma più potente per sorvegliare la propria salute e gli esami di screening permettono di individuare un eventuale tumore mammario nelle prime fasi di sviluppo, aumentando sensibilmente il successo delle cure e la sopravvivenza. Lo screening primario prevede la mammografia, esame radiologico della mammella in grado di identificare i noduli, anche di piccole dimensioni, non ancora percepibili al tatto. La mammografia è raccomandata a partire dai 40 anni di età ma le linee guida sono più stringenti nei casi di familiarità al tumore e in presenza di mutazioni dei geni BRCA1 e BRCA2 per i quali gli screening includono anche la risonanza magnetica nucleare. L’ecografia infine può essere utile nelle donne più giovani o come completamento dello screening da associare alla mammografia dopo i 40 anni. Le raccomandazioni per lo screening sono individuali ed è bene fare riferimento al proprio medico senologo.
2. Cos’è l’ecografia? Può danneggiare le protesi al seno?
L’ecografia è un esame che non emette alcun tipo di radiazione ma sfrutta gli ultrasuoni attraverso una sonda/manipolo che si appoggia sulla cute delle mammelle e delle zone circostanti. E’ un esame totalmente innocuo però è ‘operatore dipendente’, il cui esito cambia a seconda di chi esegue l’indagine. Nella scelta può chiedere indicazioni al suo chirurgo plastico, oltre che al senologo.
3. Che cos’è la risonanza magnetica?
La risonanza magnetica, detta anche RM o Risonanza Magnetica Nucleare (RMN), è un esame diagnostico non invasivo che non emette radiazioni. E’ una indagine di secondo livello indicato nelle donne a rischio di tumore al seno o che lo hanno avuto e quando è necessario studiare meglio alcune lesioni diagnosticate attraverso lo screening. E’ considerato anche l’esame strumentale migliore “gold standard” per verificare il sospetto di rottura o l’invecchiamento delle protesi mammarie.
4. Vorrei fare un’operazione di chirurgia estetica. Quali controlli in più per la salute del seno?
Ad ogni età le donne hanno l’importante compito di sottoporsi agli esami di screening. Prima di un intervento di estetico o ricostruttiva del seno è altrettanto importante. Gli esami variano a seconda dell’età: quando si è giovani può essere sufficiente una ecografia; tra i trentacinque e i quaranta anni la scelta dipende dalle caratteristiche del proprio seno e dalla eventuale familiarità verso il tumore. Nei seni ‘densi’ e ‘ghiandolari’ il chirurgo può suggerire uno screening mammografico propedeutico all’intervento. Dopo i quaranta é invece necessario eseguire sempre sia la mammografia che l’ecografia. Spesso ci viene chiesto: “posso farne una sola delle due?” No, le due tipologie si completano l’una con l’altra osservando diversamente i tessuti ed il nostro seno.
5. La mammografia può danneggiare le protesi del seno?
Avere le protesi mammarie non impedisce la mammografia, esame primario di diagnosi precoce del tumore al seno. L’indagine emette raggi a basso dosaggio che non interferiscono Vuoi saperne di più sulla prevenzione del tumore al seno? con gli impianti mammari. In caso di intervento estetico, la mammografia va quindi regolarmente eseguita annualmente senza ritardare lo screening. E’ importante informare prima dell’esame il tecnico radiologo, ovvero la persona che posiziona il seno sul macchinario al momento dell’esame, di essere portatrice di protesi mammarie.
6. Le protesi mammarie hanno data di scadenza? Che indagini per accertarne lo stato?
Le protesi mammarie non hanno una data di scadenza ma come tutti i dispositivi impiantabili non durano per sempre. Il monitoraggio dello stato dell’impianto va fatto a cadenza regolare negli anni per valutarne lo stato, eventuali cambiamenti ed eventuali fessurazioni dell’involucro. Ricordiamo che generalmente le prime fasi di usura dei dispositivi non danno sintomi mentre vengono scoperte occasionalmente durante la mammografia e l’ecografia. Anche per questo motivo è importante controllare regolarmente la salute del nostro seno e non posticipare i controlli che le indica il suo chirurgo. Nel caso in cui dagli esami di screening emerga qualche segno di una eventuale rottura, si consiglia di eseguirela risonanza magnetica nucleare (RMN) l’indagine ritenuta ‘gold standard’ dalle linee guida internazionali per studiare al meglio lo stato di “salute” delle protesi.
7. Le protesi mammarie diminiuscono la capacità di mammografia o ecografia di ‘vedere’ eventuali tumori/cisti/infiammazioni?
Le protesi non ostacolano le immagini radiologiche sia se poste dietro che davanti al muscolo pettorale. Consigliamo però di eseguire gli esami di screening da radiologi esperti di mammella ed in centri diagnostici specializzati con macchinari di ultima generazione.
8. Posso allattare dopo una mastoplastica additiva?
Ricordiamo quanto sia importante l’allattamento per la salute dei nostri figli e delle neomamme. Le protesi mammarie non interferiscono in alcun modo con l’allattamento perché i ‘dotti galattofori’ che trasportano il latte ai capezzoli sono interni alla ghiandola. Per questo i chirurghi non posizionano gli impianti mammari tra la ghiandola e il capezzolo, bensì dietro i muscoli pettorali oppure dietro la ghiandola mammaria ed, infine, parzialmente sotto il muscolo grande pettorale e parzialmente sotto la ghiandola nella mastoplastica nella modalità ‘dual plane’. In queste modalità non si modificano la montata lattea, la struttura della mammella e la quantità di latte prodotta dalla ghiandola.
9. Ho parenti che hanno avuto il tumore al seno. Posso rifarmi il seno o meglio evitare?
In questi casi prima dell’intervento è bene valutare la linea di ereditarietà con una visita senologica e genetica anche per indagare un’eventuale presenze di geni predisponenti al rischio. In presenza di mutazioni dei geni BRCA1 e BRCA2 non è consigliabile eseguire alcuna procedura di tipo estetico ma è consigliabile valutare con il proprio senologo l’ipotesi di un intervento profilattico che prevede, oltre all’asportazione del seno, anche la ricostruzione contestuale dello stesso.
10. Le protesi al seno aumentano il rischio di sviluppare il tumore?
Numerosi studi scientifici mondiali hanno dimostrato che le protesi mammarie non aumentano in alcun modo il rischio di sviluppare un tumore al seno. Al contrario diverse ricerche hanno evidenziato come le pazienti portatrici di protesi mammarie tendano a fare controlli più serrati per monitorare lo stato degli impianti mammari rispetto a chi non le ha e questo comportamento permette di monitorare con più cura la propria salute.
11. Cosa succede quando una donna portatrice di protesi si ammala di tumore del seno?
Nelle Breast Unit, centri di cura specializzati per il tumore della mammella, è sempre presente un chirurgo plastico che potrà valutare approfonditamente ogni caso valutando la migliore tecnica ricostruttiva e l’opportunità o meno di rimuovere l’impianto. In caso di chirurgia conservativa e quindi successiva radioterapia (QUART), le pazienti portatrici di protesi devono essere informate dell’elevato rischio di contrattura capsulare (ispessimento della capsula e possibile distorsione dell’impianto).
12. Ho fatto il lipofilling al seno. Aumenta il rischio di sviluppare un tumore?
L’uso del proprio grasso per riempire piccoli volumi delle mammelle, correggere piccole asimmetrie o retrazioni o di rifinitura di un intervento di protesi non aumenta il rischio di sviluppare un tumore della mammella. Sono stati condotti diversi studi multicentrici che hanno definito in maniera chiara che non c’è nessun tipo di correlazione tra il trapianto di tessuto adiposo e il tumore mammario. Per chi ha avuto un tumore è consigliato comunque rivolgersi prima al proprio oncologo per ricevere le indicazioni del caso.
Per maggiori informazioni visita:
AICPE
www.aicpe.org
Ministero della Salute:
www.salute.gov.it
Istituto Superiore di Sanità, portale salute:
www.issalute.it
Associazione Italiana Ricerca sul Cancro (AIRC):
www.airc.it
Lega Italiana per la Lotta Contro i Tumori (LILT)
www.lilt.it
Mani Sul Cuore
www.manisulcuore.it